Giro d’Italia 2022, la classifica big: Jai Hindley conquista la Maglia Rosa
Battaglia tra tanti campioni al Giro d’Italia 2022. Il primo Grande Giro della stagione vede molti corridori ambire alla Maglia Rosa. Soprattutto i primi giorni saranno decisivi per non perdere terreno prezioso ed arrivare quindi alle tappe decisive nella posizione ideale. Non ci vorrà comunque molto tempo per vedere meglio delineata la gerarchia dei migliori, dato che le montagne faranno il loro ingresso nella corsa già poco dopo il rientro in Italia. Per monitorare la situazione vi proponiamo la nostra consueta classifica big. In questo modo sarà possibile avere sott’occhio l’andamento di quegli uomini che all’inizio delle tre settimane erano considerati papabili protagonisti per la lotta per la Maglia Rosa, o almeno per un piazzamento, e capire in che posizioni viaggiano anche coloro ormai finiti lontano dalla top ten.
La prima tappa ungherese, complice qualche caduta e un arrivo in leggera salita, ha visto già qualche corridore di primo piano perdere del terreno, con soprattutto Guillaume Martin (Cofidis) e Lorenzo Fortunato (EOLO-Kometa) che non sono riusciti a concludere la tappa insieme ai migliori. A far segnare distacchi importanti è già la cronometro del secondo giorno che vede il trionfo Simon Yates (Team BikeExchange-Jayco), ora primo dei big davanti a Tom Dumoulin (Jumbo-Visma), mentre nelle retrovie si aggiungono Ivan Sosa (Movistar) ed Emanuel Buchmann (Bora-hansgrohe), con la crono del tedesco condizionata da una caduta. La trasferta magiara si chiude invece con un arrivo allo sprint nel quale i big giungono tutti assieme al traguardo: di conseguenza, non si registrano cambiamenti in classifica.
La ripartenza dall’Italia coincide con il primo arrivo in salita e non mancano le sorprese. Se la maggior parte dei big arrivano assieme senza farsi male, grazie al forcing della Ineos Grenadiers perdono terreno alcuni nomi eccellenti (oltre al precedente ritiro di Miguel Angel Lopez). La vittima maggiore è Tom Dumoulin (Jumbo-Visma), che perde quasi sette minuti, ma il ritmo della corazzata britannica fa male anche a Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan), Tobias Foss e Sam Oomen (Jumbo-Visma), che perdono tutto oltre due minuti. Poco meglio fa Guillaume Martin (Cofidis), con alcuni distacchi che sono ormai già sentenze. Più semplice, la seconda tappa siciliana non porta conseguenze nella classifica generale, se non per l’abbuono di due secondi conquistato da Joao Almeida (UAE Team Emirates). Niente da segnalare anche per la tappa calabrese Palmi-Scalea, che ha visto il gruppo giungere compatto al traguardo.
Decisamente più movimentata la Diamante – Potenza, che propone grande bagarre sin dai primi chilometri. Malgrado alcune azioni importanti anche da parte dei big, alla fine è tuttavia una giornata in cui lo spettacolo lo danno i fuggitivi, mentre gli uomini di classifica proseguono tutti assieme, senza scossoni. Distacchi dunque invariati, con Juan Pedro Lopez che resta in Maglia Rosa, anche se Tom Dumoulin, Bauke Mollema e Davide Formolo, che si sono giocati la tappa poi vinta da Koen Bouwman, guadagnano quasi tre minuti e recuperano posizioni, affacciandosi nelle posizioni medio-alte. Unica variazione al termine della tappa di Napoli, vinta in fuga da Thomas De Gendt, è il balzo in avanti di Guillaume Martin, che si inserisce nella fuga e, alla vigilia del primo tappone di montagna, si piazza davanti a tutti i big, con un ritardo di 1’06” dal leader Juan Pedro Lopez e un vantaggio di 38 secondi su Simon Yates, primo dei favoriti.
La prima settimana di gara si conclude con il secondo vero arrivo in salita di questo Giro, sul Blockhaus, dove i big si danno battaglia. A conquistare il successo di giornata è Jai Hindley (Bora-hansgrohe), che si impone in uno sprint ristretto su Bardet, Carapaz, Landa, Almeida e Pozzovivo. Sulla salita abruzzese si registrano buone prestazioni anche per Buchmann, Nibali, Valverde e Arensman, tutti al traguardo con meno di un minuto di ritardo dal sestetto che si è giocato la vittoria, mentre cedono poco più di un minuto Martin e Bilbao. La Maglia Rosa Lopez giunge all’arrivo con un distacco di 1’46”, ma lo spagnolo riesce comunque a mantenere il simbolo del primato per 12″ su Almeida. Giornata negativa, invece per Hugh Carthy, che cede quasi 4′ ai migliori, Giulio Ciccone, che giunge a più di 9′, e, soprattutto, Wilco Kelderman e Simon Yates, che perdono rispettivamente 10’53” e 11’15”, oltre a Dumoulin, che chiude oltre i 14′ di ritardo.
I muri marchigiani non sconvolgono la classifica generale: dopo il secondo giorni di riposo, infatti, la Corsa Rosa riparte con una frazione interessante che, tuttavia, non cambia le carte in tavola. Nonostante in molti abbiano provato ad andare all’attacco, infatti, i big arrivano sul traguardo di Jesi tutti assieme, con le poche ruote veloci rimaste in gruppo che sottraggono gli abbuoni agli uomini di classifica. Abbuono che, in un traguardo volante nella tappa seguente, la Santarcangelo di Romagna-Reggio Emilia, permette a Carapaz di recuperare 3″ in classifica, mentre Lopez mantiene ancora una volta la Maglia Rosa. Invariata nelle prime posizioni la classifica invece sul traguardo di Genova, ma la fuga di giornata consente tuttavia a Wilco Kelderman (Bora-hansgrohe) e Lucas Hamilton (Team BikeExchange – Jayco) di riposizionarsi, guadagnando otto minuti fino a salire, rispettivamente, in 13ª e 16ª posizione. Anche la tappa 13, da Sanremo a Cuneo, non vede cambiamenti nella classifica dei big se non il ritiro di Romain Bardet, costretto ad abbandonare la corsa per problemi di stomaco.
Al contrario, la spettacolare frazione di Torino, conquistata da Simon Yates, sconvolge la classifica generale, in testa alla quale balza Carapaz per il crollo della Maglia Rosa Lopez, che giunge all’arrivo con un ritardo di quasi quattro minuti e mezzo. Assieme all’ecuadoriano, terzo di giornata, arrivano Hindley e Nibali, mentre Pozzovivo e Almeida perdono rispettivamente 13″ e 24″. È invece di 36″ il ritardo al traguardo di Landa e Bilbao, ma a pagare il passivo peggiore sono Valverde (8’04), G. Martin (9’37”), Arensman (10’41”) e Hugh Carthy (17’17”). Alla vigilia dell’ultima tappa della seconda settimana, quindi, Carapaz guida la classifica con 7″ di margine su Hindley e 30″ su Almeida. Dopo i fuochi d’artificio del sabato, la seconda settimana si chiude con una tappa meno esplosiva, che gli uomini di classifica affrontano con più prudenza, concedendo ampio margine agli attaccanti. La situazione resta così sostanzialmente invariata nelle posizioni di testa, con unica variazione in top 10 rappresentata dal rientro di Guillaume Martin (Cofidis), capace di recuperare quasi due minuti.
La terza settimana riparte con una delle tappe più impegnative che non delude le attese, anche se i distacchi sono minimi (se non nulli tra i migliori tre) tra i big. La Maglia Rosa resta così sulle spalle di Richard Carapaz, che tuttavia vede avvicinarsi a tre secondi Jai Hindley, terzo di giornata in uno sprint serrato. Perde leggermente terreno Joao Almeida, che si difende tuttavia ancora benissimo, restando a 44 secondi dalla vetta e difendendo il terzo posto da Mikel Landa, giunto assieme ai primi due. Malgrado perda 42 secondi, in quinta posizione sale invece Vincenzo Nibali, sfilandola allo sfortunato Domenico Pozzovivo, che dopo essere caduto nella discesa del Mortirolo e aver speso tantissime energie per rientrare, è costretto a cedere il passo nelle pendenze più dure del Valico Santa Cristina. Grazie alla fuga di giornata, entrano in Top 10 il vincitore di giornata Jan Hirt (Intermarché-Wanty-Gobert) e Alejandro Valverde (Movistar), rispettivamente in nona e decima posizione.
La tappa di Treviso sulla carta sembra una delle più semplici per gli uomini di classifica, ma si apre subito con un colpo di scena: al foglio firma non si presenta, infatti, Joao Almeida perché positivo al Covid. Una situazione inaspettata che, permette però a tutti gli inseguitori del terzetto sul podio di recuperare una posizione. La forte andatura nelle fasi finali finisce poi per rompere il gruppo, con Juan Pedro Lopez che si fa cogliere impreparato perdendo 2’43” dal gruppo Maglia Rosa: stessa sorte per Thymen Arensman. Quest’ultimo è anche l’uomo di classifica che paga di più il giorno successivo arrivando a più di venti minuti dagli altri big, che nella Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte decidono di non darsi particolarmente battaglia giungendo al traguardo quasi tutti assieme, con minime differenze tra i primi tre e tutti gli altri.
Nell’ultima tappa in linea, invece, la salita finale del Passo Fedaia vede esplodere la bagarre tra i big, con Jai Hindley a poco più di due chilometri dall’arrivo riesce a staccare la Maglia Rosa Richard Carapaz e tutti gli altri uomini di classifica, giungendo al traguardo con 49″ di vantaggio su Mikel Landa e e 1’28” sull’ecuadoriano, costretto così a cedere il simbolo del primato all’australiano. Alla vigilia della crono finale, dunque, Hindley giuda la classifica con 1’25” su Carapaz e 1’51” su Landa, mentre nel resto della top ten non si registrano cambiamenti nei piazzamenti.
La crono conferma il verdetto della Marmolada, con le posizioni di testa che non cambiano. Jai Hindley conquista dunque il Giro d’Italia 2022 davanti a Richard Carapaz e Mikel Landa, mentre Vincenzo Nibali conclude la sua ultima partecipazione in quarta posizione.
Classifica Big Giro d’Italia 2022
1 | Jai Hindley | 86:31:14.00 |
2 | Richard Carapaz | 86:32:32.00 |
3 | Mikel Landa | 86:34:38.00 |
4 | Vincenzo Nibali | 86:40:16.00 |
5 | Pello Bilbao | 86:40:28.00 |
6 | Jan Hirt | 86:40:42.00 |
7 | Emanuel Buchmann | 86:44:33.00 |
8 | Domenico Pozzovivo | 86:48:43.00 |
9 | Hugh Carthy | 86:49:08.00 |
10 | Juan Pedro López | 86:49:54.00 |
11 | Alejandro Valverde | 86:54:38.00 |
12 | Santiago Buitrago | 86:55:37.00 |
13 | Lucas Hamilton | 86:59:16.00 |
14 | Guillaume Martin | 86:59:51.00 |
15 | Lorenzo Fortunato | 87:04:29.00 |
16 | Pavel Sivakov | 87:12:57.00 |
17 | Wilco Kelderman | 87:12:59.00 |
18 | Thymen Arensman | 87:13:45.00 |
19 | Lennard Kämna | 87:15:12.00 |
20 | Sam Oomen | 87:35:36.00 |
21 | Koen Bouwman | 87:37:17.00 |
22 | Joseph Dombrowski | 87:43:35.00 |
23 | Mikaël Chérel | 87:53:34.00 |
24 | Luca Covili | 88:01:38.00 |
25 | Giulio Ciccone | 88:03:39.00 |
26 | Bauke Mollema | 88:11:01.00 |
30 | Mauri Vansevenant | 88:34:58.00 |
33 | Damien Howson | 88:45:45.00 |
34 | Wouter Poels | 88:46:32.00 |
35 | Attila Valter | 88:47:07.00 |
36 | Davide Formolo | 88:52:12.00 |
47 | Filippo Zana | 89:25:10.00 |
49 | Iván Sosa | 89:26:49.00 |
54 | Tobias S/ Foss | 89:40:33.00 |
76 | Eduardo Sepúlveda | 90:25:54.00 |
77 | Diego Rosa | 90:29:40.00 |
81 | James Knox | 90:40:32.00 |
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secondo il protocollo uci 2022 i corridori dovrebbero fare un pcr durante i giorni di riposo, ma se ne è parlato pochissimo, è ancora così oppure i tamponi sono ormai a “volontà” dei vari corridori? tipo Almeida che ne ha fatto richiesta
Non è più responsabilità dell’organizzazione come era stato il caso nei due anni passati. Sono effettivamente ora le squadre a doversi occupare della questione, sia con controlli programmatici che con alcuni mirati in caso di sintomi, come nel caso di Almeida.
Che delusione il Giro d’Italia!. I big, di fatto, non si sono mai attccati. Poi mi aspettavo che almeno tanti corridor, tipo quelli, dal decimo posto in classifica al 30 esimo si dessero battaglia. Invece regna il tatticismo con i miraggi della Top ten e via di questo passo.i